Il governo ha deciso per il taglio: ora le speranze di acquistare auto per gli italiani sono ridotte al lumicino
Il mercato dell’automotive è in netta sofferenza. In Italia, in attesa di scoprire relativi ad ottobre, anche nel mese di settembre la tendenza è stata chiara: ben 121.666 auto vendute, con un -10,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Insomma, un dato in negativo che mette in difficoltà anche i marchi.
E se in Italia i dati sono chiari, anche nel resto d’Europa la situazione non è certo florida. Basti pensare ad un colosso come la Volkswagen che ha annunciato la chiusura di almeno tre stabilimenti visto il momento tutt’altro che florido. Una situazione generale, insomma, che sembra non finire.
Peraltro gli sforzi dei marchi automobilistici si stanno concentrando anche sull’elettrico con notevoli dispendi economici visti anche i costi per “ricalibrare” le fabbriche e per i materiali che non sono proprio a buon mercato. Ed infatti i prezzi delle auto elettriche sono decisamente più alti rispetto alle vetture con motore endotermico con ricaduta principale – ovviamente – sul consumatore ultimo, di fatto l’automobilista.
Negli ultimi anni, a dar respiro agli automobilisti ed anche alle case produttrici sono stati gli incentivi statali. Il governo ha infatti deciso di tagliare in modo importante il fondo destinato proprio all’automotive. Ben 4,6 miliardi di euro, per un taglio dell’oltre l’80% rispetto agli 8,7 miliardi che il Governo Draghi aveva destinato a questo settore.
Va da sé che questo taglio preclude la possibilità ad ogni tipo di incentivo statale per l’acquisto delle auto a partire dal 2025. Non ve ne saranno né il prossimo anno tantomeno per quelli successivi. Saranno invece investiti per sostenere la filiera dell’auto i circa 200 milioni l’anno dei soldi che rimangono, 1,2 miliardi fino al 2030 sui 5,8 miliardi disponibili.
L’annuncio è arrivato direttamente da Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy che ha lavorato su questo con l’Anfia per un anno e mezzo. Il titolare del Dicastero naturalmente ha generato grande scontento ed ora deve contenere l’ira delle imprese del comparto vista la crisi dell’automotive.
“Inaccettabile fulmine a ciel seremo il taglio delle risorse stanziate nel 2020 che già erano scarse, in contraddizione con l’attività del governo in Europa per migliorare la regolamentazione del settore” ha detto in un comunicato l’Anfia che auspica come il taglio venga ridotto anche perché creerebbe una frattura profonda nella “collaborazione tra il governo e la filiera“.
Dura anche Motus-E, la sigla delle imprese che si occupano della transizione che ha detto come “siano a rischio le prospettive dell’Italia ed i posti di lavoro“.
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