Un vento di cambiamento soffia su Stoccarda: il SUV più amato del marchio tedesco abbandona il passato per abbracciare un futuro controverso.
C’era una volta il rombo inconfondibile dei motori Porsche, quel sound che faceva girare la testa per strada e accelerare i battiti del cuore. Oggi quella musica sta cambiando, come una sinfonia che evolve in qualcosa di nuovo. La casa tedesca ha deciso di fare il grande passo: dopo dieci anni di successi e oltre 850mila esemplari venduti nel mondo, la Macan diventa completamente elettrica.
Una scelta coraggiosa, quasi temeraria per un marchio che ha fatto della sportività il suo mantra. Eppure eccola qui, silenziosa ma non per questo meno Porsche. Una scelta difficile che certamente susciterà controversie, ma apre al marchio di Stoccarda un futuro sostenibile che appare ormai inevitabile.
La nuova Macan è cresciuta in dimensioni, come un adolescente che si fa più alto e robusto. Ora misura 4,78 metri, con forme più morbide che scivolano nell’aria come gocce d’acqua. Il frontale richiama la sorella maggiore Taycan, mentre il posteriore strizza l’occhio alla Cayenne. È un’auto che sussurra eleganza, ma non urla più la sua presenza come faceva prima.
Dentro è tutto un brillare di schermi – tre per la precisione – che trasformano l’abitacolo in una sorta di cockpit spaziale. Ma è sotto il pavimento che si nasconde la vera rivoluzione: una batteria da 100 kWh che alimenta motori elettrici capaci di sprigionare fino a 639 cavalli nella versione più potente. Come un pugile che ha cambiato stile ma non ha perso il suo gancio destro.
La tecnologia di ricarica è da prima della classe: bastano 21 minuti per recuperare l’80% di energia. E l’autonomia? Circa 600 chilometri, abbastanza per un viaggio da Milano a Roma senza dover cercare una colonnina come disperati. Le prestazioni? Da far impallidire molte sportive: 3,3 secondi per toccare i 100 orari, velocità massima di 260 km/h.
Il listino parte da 84.000 euro per arrivare a 122.000 per la versione Turbo – sì, la chiamano ancora così anche se di turbo non c’è nemmeno l’ombra. Non è economica, ma del resto quando mai una Porsche lo è stata? È il prezzo da pagare per guidare il cambiamento.
Questa nuova Macan è come un atleta che ha cambiato disciplina: stesso spirito competitivo, stessa voglia di vincere, ma regole diverse. Non più rombi di scarico e cambi marcia, ma accelerazioni istantanee e silenzio quasi irreale. È la Porsche che si reinventa, che guarda al domani senza dimenticare chi è stata ieri. Una rivoluzione silenziosa che farà discutere, ma che segna un punto di non ritorno nella storia del marchio. E forse dell’automobile stessa.
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