C’era un tempo in cui i produttori europei osavano con motori V8, V10 e V12 dalla potenza spropositata. Scopriamo il concept mai creato da BMW.
Facciamo un balzo indietro agli anni d’oro dei motori. Da amanti dei propulsori che hanno anche animato il circus della F1, tutte le attuali normative che mettono all’angolo la passione e spingono verso l’elettrico ci allontanano dal vero focus degli appassionati. Il mondo è andato avanti e l’ecologia ha assunto un ruolo primario. La demonizzazione dei motori diesel, le normative sulle emissioni e i tagli drastici sulle tecnologie termiche, hanno portato gli ingegneri ad adattarsi all’automotive green 2.0.

Nel corso della sua storia il Gruppo Volkswagen ha promosso motori a combustione interna spettacolari. Dal leggendario W12 al potentissimo V10. I tecnici elaborarono persino un’Audi R8 con un motore TDI a dodici cilindri. La Bugatti, sotto l’ala protettiva della Casa di Wolfsburg, ha partorito hypercar con motori W16.
La BMW modificata da Volkswagen
I tecnici della Volkswagen decisero di mettere le mani su una mitica BMW M5. Installarono un motore a dieci cilindri prima che la BMW lanciasse la E60/E61 con il suo V10 aspirato da 5 litri. Per anni, la M5 con motore W10 era una leggenda metropolitana, sino al lancio di un concept nel 2023. I colleghi di Drivetribe hanno avuto la chance di toccare con mano la sportiva bavarese. Il trapianto di cuore VW è avvenuto con grande attenzione ai dettagli. Oggi BMW ha virato sui motori a idrogeno.
La Volkswagen ha realizzato almeno tre motori W10, uno dei quali è stato montato sulla M5 di terza generazione (E39). Il Gruppo teutonico poteva contare su brand prestigiosi come Porsche, Bentley e Audi, ma non disponeva di un capolavoro come la BMW M5 per un test eccezionale. La berlina della Casa dell’Elica con il motore VW arrivava a 480 CV. Il V8 originale era da 4,9 litri ed erogava 394 CV. Non è chiaro come questo esperimento sia finito in mani private. La M5 ha conservato un cambio manuale a sei marce La mancanza del controllo della stabilità e del sistema di frenata antibloccaggio (ABS) rende la M5 un’auto proibitiva per i giovani di oggi abituati agli aiuti elettronici.
Occorre un manico per spremere la cavalleria di questa berlina. Si dice che VW abbia investito 2 milioni di euro nello sviluppo di questo prototipo M5. Si vocifera che il presidente del Cda della Casa di Wolfsburg, Ferdinand Piëch, amasse la M5 modificata a tal punto da farla diventare la sua auto personale. Il defunto dirigente della VW nominò Sabine (Wolfram) Willeke a capo del team di sviluppo, nell’ambito di un progetto più ampio che includeva anche i motori W8, W12 e W16.